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Il Bhagavata Yoga

Il Bhagavata Yoga è la disciplina delle pratiche psico-fisiche collegate alla devozione. Il concetto viene bene espresso nel verso:

vasudeve bhagavati bhakti-yogah prayojitah
janayaty asu vairagyam jnanam ca yad ahaitukam[1] 
"Tutto quel che viene offerto con amore e devozione al Signore Shri Krishna produce conoscenza e distacco.” 

Questo verso è fondamentale perché permette di comprendere il senso dello stretto legame tra la Bhakti e lo Yoga mistico. In questo senso lo Yoga diventa disciplina Bhagavata, ovvero connessa alla relazione con il Divino, Bhagavan
Questa forma di Yoga può rappresentare ai giorni di oggi una via di successo perché può rispondere alle necessità reali dell’uomo e della donna di oggi, sempre più bisognoso di ritrovare mediante la relazione con Dio un senso di appagamento profondo ed una risposta concreta alle incertezze della società moderna, sempre più povera di valori autentici.
Lo stesso concetto, attraverso un’attenta analisi, può essere recuperato nei dialoghi tra Narada e Vyasadeva. Nella Tradizione, Narada è il devoto che canta le glorie del Signore Krishna e Vyasadeva è il compilatore dello Shrimad-Bhagavatam. Narada afferma che quando l’uomo dedica tutte le attività al servizio del Signore, quelle stesse azioni che lo incatenano all’esistenza materiale sradicano in lui l’albero del karma.[2]
Ecco dunque che anche le pratiche dello Yoga mistico, se orientate alla relazione con il Divino, possono diventare strumento di devozione e dunque, anche la pratica dello Yoga, in epoca moderna, può diventare una via evolutiva per tutte le persone che vogliano sperimentarla.
Queste due strade, lo Yoga e la devozione, possono rappresentare un punto d’incontro per l’uomo di oggi e quello di ieri? A questa domanda il Bhagavata Purana risponde attraverso il racconto storico della vita e delle vicende di illustri spiritualisti.
Tra questi citiamo il saggio Vidura che, ponendo delle domande a Shri Maitreya, ci offre uno spunto di riflessione. Quest'ultimo narra del dialogo tra il divino Kapila e sua madre a cui espone la filosofia Samkhya come una disciplina composta da una combinazione di servizio devozionale e Yoga della meditazione.[3]
In questa affermazione troviamo così riassunto il concetto alla base del Bhagavata Yoga: una forma di disciplina antica citata nella letteratura pancharatrika (Vishnu Samhita) che è sempre più attuale e capace di rispondere alla crisi della società contemporanea distante dalle relazioni basate sulla devozione. Una carenza quest'ultima spesso alla base delle problematiche psicofisiche derivanti da processi di somatizzazione di pensieri tossici e devianti che imperversano nell’epoca moderna.
Ricordiamo che la filosofia Samkhya è un antico sistema di pensiero che tradizionalmente si studia insieme allo Yoga darshana; essa è presente anche nei secolari manoscritti di letteratura Yoga che descrivono le pratiche yogiche, gli esercizi esteriori (bahiranga) ed interiori (antaranga). Oggi questo sistema di pensiero rappresenta non solo la visione tradizionale, ma risponde anche ai bisogni interiori dell’uomo della globalizzazione e dell’era digitale.

Fabio Pitti


[1] Shrimad Bhagavatam I canto cap. 2 verso 7
[2] Shrimad Bhagavatam I canto cap. 5 verso 34
[3] Shrimad Bhagavatam III canto cap. 25 verso 31

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