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Lo Yoga delle origini

Lo Yoga descritto nei testi Pancaratra Vaishnava rappresenta un aspetto fondamentale della spiritualità e della pratica religiosa, in quanto riflette l’obiettivo ultimo di unione con il divino, ovvero Krishna. I testi Pancharatra sono un corpo di scritture sacre risalenti a un periodo compreso tra il III secolo a.C. e il X secolo d.C., legati alla tradizione vaishnava, una delle più antiche correnti dell’induismo. Secondo la tradizione sono invece scritti da Vyasadeva e avrebbero quindi almeno 5000 anni. I testi Pancaratra si distinguono dalle altre scritture come i Veda o le Upanishad per il loro carattere più ritualistico e devozionale. Sono una raccolta di testi che trattano temi relativi all’adorazione di Viṣṇu/Krishna, offrendo una guida pratica per i devoti riguardo ai rituali, alla costruzione dei templi, alla meditazione e al culto quotidiano.

All'interno del corpus Pancaratra, lo Yoga occupa un ruolo speciale. Esso non è visto solo come una pratica fisica, ma come un mezzo di realizzazione spirituale attraverso cui si cerca l’unione con il Divino, o più precisamente, con la sua essenza trascendente chiamata Paramatma (Anima Suprema).

I quattro tipi di Yoga nel Pancaratra

Nei testi Pancaratra, si trovano quattro forme principali di Yoga, che riflettono diverse modalità attraverso cui i devoti possono avvicinarsi a Dio. Questi sono:

  1. Mantra Yoga: Questa forma di Yoga prevede la ripetizione e la recitazione di mantra sacri. Nei testi Pancaratra, il mantra più venerato è il nome di Vishnu stesso, soprattutto sotto forma di Om Namo Narayanaya, il mantra che invoca la presenza del Signore. La recitazione dei mantra è vista come un modo per purificare la mente e il corpo, e per creare una connessione diretta con l'energia divina di Krishna. Attraverso il mantra Yoga, il praticante impara a concentrarsi completamente sul suono sacro, che diventa un mezzo per elevare la coscienza e sviluppare devozione.
  2. Laya Yoga: In questa forma di Yoga, il devoto cerca di fondere la propria coscienza con quella di Vishnu/Krishna attraverso la meditazione profonda. Il termine "laya" significa dissoluzione, e l’obiettivo di questa pratica è sciogliere l’ego individuale e i pensieri ordinari per sperimentare l’unione con il divino. La meditazione si concentra sulla forma di Vishnu o di altre sue espansioni, spesso visualizzando la divinità nel cuore o nella mente.
  3. Hatha Yoga: Sebbene lo Hatha Yoga, con le sue pratiche fisiche, non sia descritto nei minimi dettagli come in altre tradizioni, i testi Pancaratra includono indicazioni sull’importanza del controllo del corpo attraverso posture (asana) e controllo del respiro (pranayama). Queste pratiche preparano il corpo e la mente per la meditazione e aiutano il praticante a sviluppare disciplina. L’Hatha Yoga nel contesto Pancaratra non è visto come un fine a sé, ma come un mezzo per accedere a forme superiori di concentrazione e devozione.
  4. Bhakti Yoga: Questo è il più centrale e importante nel contesto dei testi Pancaratra. Il Bhakti Yoga è il sentiero della devozione, dove il praticante si dedica interamente al culto e alla venerazione di Krishna. Questa forma di Yoga incoraggia l'amore incondizionato e la sottomissione al divino. Attraverso la preghiera, il canto dei nomi di Dio (kirtana) e la partecipazione a rituali, il devoto cerca di stabilire una relazione diretta e personale con Dio. Il Bhakti Yoga è considerato il mezzo più semplice ed efficace per raggiungere la liberazione (moksha) nel Pancaratra, perché si basa sulla grazia divina.

Lo scopo dello Yoga Pancaratra

L’obiettivo finale dello Yoga nel Pancaratra  non è solo il controllo della mente e del corpo, ma la realizzazione dell’unità con Dio. Questo stato di unità non implica la dissoluzione totale dell'individualità, ma una relazione intima e costante con la divinità. I praticanti cercano di ottenere la grazia di Vishnu/Krishna e la liberazione attraverso l'abbandono completo della propria volontà a favore di quella divina. Inoltre, lo Yoga Pancaratra mira alla purificazione dell’anima e alla preparazione per il darshana (la visione) di Viṣṇu. I devoti credono che attraverso la pratica dello Yoga, sia fisico che devozionale, possano purificare il cuore e vedere direttamente la presenza di Dio, sia all'interno di loro stessi che attraverso i rituali nel tempio.

Il rituale e lo Yoga sono profondamente intrecciati nei testi Pancaratra. La pratica quotidiana dello Yoga, come la recitazione dei mantra e la meditazione, è spesso inserita nel contesto del puja (adorazione) del Signore. Ogni gesto e ogni atto sono visti come parte di un'offerta al divino. Questo approccio enfatizza che il vero scopo dello Yoga non è solo personale o individuale, ma anche collettivo e comunitario, in quanto incoraggia la partecipazione alla vita religiosa del tempio e alla devozione comune.

Lo Yoga descritto nei testi Pancaratra Vaishnava si distingue per il suo forte orientamento devozionale e teistico. Esso non è finalizzato alla realizzazione dell’assoluto impersonale, come in alcune altre tradizioni, ma mira a un'unione intima e personale con Vishnu/Krishna. Attraverso la combinazione di mantra, meditazione, disciplina fisica e, soprattutto, devozione, i praticanti cercano di stabilire una connessione diretta con il divino e ottenere la liberazione. Questo approccio yogico evidenzia la centralità della grazia divina nel processo di realizzazione spirituale e l'importanza dell'amore e della devozione nel percorso verso la salvezza.

Fabio Pitti

 

Gupta, Ravi M., The Pāñcarātra Agamas and Early Vaiṣṇava Theology. Oxford University Press, 2007.

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